HO MAL DI SCHIENA, COSA DEVO FARE?

Prima parte

introduzione

La lombalgia, ovvero il classico mal di schiena nella zona lombare, è uno dei problemi più diffusi nella fascia di età tra i 30 e i 50 anni e si stima che quasi l’80% della popolazione sia destinato ad avere almeno un episodio di mal di schiena nella vita 1.

Ma cosa bisognerebbe fare in una fase acuta quando ci sente bloccati e doloranti? Come si può fare per prevenire le recidive? Cosa non è consigliato fare invece?

Sono andata a raccogliere alcuni recenti articoli scientifici per aiutarci a chiarire questi dubbi.

Ho scelto di dividere l’articolo in due parti. Questa che è la prima è più teorica e introduttiva, mentre la seconda parte contiene gli aspetti più pratici.

PREMESSE

Una premessa importante è distinguere il mal di schiena aspecifico, di cui ci occupiamo in questi articoli, da quello dovuto a cause specifiche quali tumori, infezioni, traumi, malattie infettive come le spondiloartriti. Il primo caso riguarda più del 90% delle lombalgie. Sarà importante, in fase di raccolta dell’anamnesi e dell’esame obiettivo, valutare la presenza di “red flags”, ovvero quei campanelli d’allarme per le patologie sopra indicate, o possibili cause viscerali o sistemiche che richiedano ulteriori accertamenti 1. Ed è importante che vengano considerate altre ipotesi se i sintomi cambiano o se ne presentano di nuovi 2.

Non entrerò nel merito dei trattamenti farmacologici o chirurgici essendo di competenza dei medici.

Il focus di questo blog è quello di raccogliere e raccontare cosa è importante fare nell’immediato di una fase acuta.

GENERALITà E FATTORI DI RISCHIO

Al di sotto dei 45 anni di età il mal di schiena è la più comune causa di disabilità.

Nel 95% dei casi la causa è meccanica ovvero riguarda le strutture stesse della colonna.

I fattori di rischio comprendono attività fisica pesante, piegamenti frequenti, torsioni, sollevamento, tiro, spinta, lavoro ripetitivo, posture statiche e vibrazioni. I fattori di rischio psico-sociali includono ansia, depressione, insoddisfazione per il lavoro e stress psicologico 1 -3.

RISONANZA MAGNETICA SI O NO?

Anche se gli esami diagnostici sono di competenza del medico, sia nella prescrizione che nella refertazione e quindi nella lettura e interpretazione delle immagini, vorrei spendere due parole attorno alla risonanza magnetica ed altri esami diagnostici. Trovo siano interessanti le considerazioni delle ricerche e da queste emerge come i risultati abbiano una ricaduta importante nella riuscita delle terapie.

Tutti gli studi 1,2,3,4 sono concordi nel dire che, salvo il sospetto di malattie gravi sottostanti o in presenza di deficit neurologici progressivi, nelle prime 4-6 settimane dall’esordio non è necessario approfondire con RM o TC. Questo perché i sintomi tendono a regredire spontaneamente in questo arco di tempo. Inoltre l’eventuale reperto radiografico di protrusione del disco (quando leggete bulging nei referti) è fenomeno parafisiologico, senza valore clinico in assenza di altre patologie 1. In parole un po’ meno tecniche significa che anche in persone asintomatiche, ovvero che non hanno mal di schiena, hanno trovato ernie e bulging, in particolare la prevalenza di ernia del disco è tra il 2 e il 19% dei casi asintomatici analizzati. Questo vuol dire che c’è il rischio di una sovradiagnosi di ernie del disco che potrebbero non essere la reale causa di mal di schiena con un potenziale rischio di sovratrattamento e addirittura di un risultato peggiore. Inoltre riscontrare la presenza di ernie potrebbe avere conseguenze potenzialmente negative in quanto può generare paura e stress psicologico, un peggioramento del senso di benessere generale e un ritardo nel rientro a lavoro. Insomma, salvo casi specifici, la RM non cambia la diagnosi e la gestione clinica ma anzi, può addirittura peggiorare il risultato!

LINEE GUIDA per il trattamento della lombalgia

Le linee guida cliniche 2 in caso di mal di schiena acuto non specifico con o senza sciatalgia (ripercussione lungo il nervo sciatico quindi lungo la gamba) in quanto a trattamenti non invasivi raccomandano :

  • di fornire informazioni e consigli che incoraggino la ripresa o il mantenimento delle normali attività in autogestione
  • esercizi in gruppo, considerando gli specifici bisogni, preferenze e capacità nella scelta del tipo di esercizio
  • di considerare la terapia manuale (manipolazioni, mobilizzazioni o massaggi) solo in quanto parte di un pacchetto di trattamenti che includa esercizi ed eventuale terapia psicologica
  • la stessa terapia psicologica, in particolare ad indirizzo cognitivo comportamentale, viene consigliata come parte integrante di un insieme di interventi che includa esercizi e terapia manuale
  • di considerare la combinazione di programmi fisici e psicologici in persone con persistente mal di schiena quando si riscontrano significativi ostacoli psicologici per il recupero e quando i precedenti trattamenti sono risultati inefficaci

Non si consigliano:

  • esami diagnostici di routine a meno che il risultato non comporti un cambio nel trattamento
  • busti o corsetti, plantari, scarpe con suola basculante
  • trazioni, agopuntura, tens, ultrasuoni, stimolazione nervosa percutanea.

All’interno delle linee guida ci sono anche indicazioni in merito ai trattamenti farmacologici e trattamenti invasivi non chirurgici e chirurgici. Per questi aspetti occorre sempre fare riferimento al medico specialista perché sono considerazioni in continua evoluzione e aggiornamento che vanno adattate alla singola e personale situazione.

conclusioni

Da quanto emerge nel confronto tra i vari studi sembra dunque che, nella maggioranza dei casi, il mal di schiena aspecifico tenda a regredire spontaneamente. Occorre però una gestione appropriata già dal primo episodio senza creare ansia o eccessive preoccupazioni né sovramedicalizzare la situazione. Fare esercizi e stare in movimento sono una parte fondamentale del recupero sin da subito nella fase acuta.

Nella seconda parte dell’articolo vedremo meglio se esistono delle tipologie di esercizi più indicati di altri e cosa fare per prevenire le recidive.

BIBLIOGRAFIA

  1. https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/salute-sociale/sistema-sociale-sanitario/allegati/4_maldischiena.pdf
  2. https://www.nice.org.uk/guidance/NG59
  3. https://www.simg.it/Riviste/rivista_simg/2021/04_2021/9.pdf
  4. https://bmjopen.bmj.com/content/13/8/e071893

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